GIOVANNI
UN BOSCO DI DUECENTO ANNI
Anno 2015.
Porto in grembo la mia secondogenita Maria ed è il bicentenario della nascita di San Giovanni Bosco. Non credo alle coincidenze. Non sempre.
Carlo Pastori e Walter Muto desiderano mettere in scena la vita e le opere del Santo.
Subito mi accorgo che la difficoltà per me risiede nel fatto che per me Giovanni Bosco è sempre stato niente di più che un santino, una immagine compassata su una figurina.
Come possiamo rendere viva quell'immagine? Come renderla attraente, accattivante, divertente senza perdere la santità della sua figura?
Grazie al testo di Giampiero Pizzol, grande artista e autore, lentamente per noi tutto diventa più chiaro.
Giovanni era un giullare di Dio, alla stregua di San Francesco, non solo capace di miracoli incredibili, ma anche in grado di comunicare con tutta la comunità, dalla quale viene sempre osteggiato.
E' chiaro ormai che i due personaggi in scena devono vivere un conflitto, una guerra quasi, in modo che la narrazione sgorghi dal loro rapporto.
Carlo e Walter sono una coppia comica e musicale affiatata, capaci di commuovere e far ridere soprattutto grazie alla loro complicità. Nascono 2 personaggi improbabili, a metà tra imbonitori di piazza e giullari musicanti, con fisarmonica e chitarra, che combattono tra loro a suon di scherzi, teatrini con marionette, trucchi magici, travestimenti e pupazzi.
Ecco Giovanni! Non è più una figurina per me, ma un uomo, un santo, un santo giullare.
Adesso parla, esattamente come faceva 200 anni fa.
Porto in grembo la mia secondogenita Maria ed è il bicentenario della nascita di San Giovanni Bosco. Non credo alle coincidenze. Non sempre.
Carlo Pastori e Walter Muto desiderano mettere in scena la vita e le opere del Santo.
Subito mi accorgo che la difficoltà per me risiede nel fatto che per me Giovanni Bosco è sempre stato niente di più che un santino, una immagine compassata su una figurina.
Come possiamo rendere viva quell'immagine? Come renderla attraente, accattivante, divertente senza perdere la santità della sua figura?
Grazie al testo di Giampiero Pizzol, grande artista e autore, lentamente per noi tutto diventa più chiaro.
Giovanni era un giullare di Dio, alla stregua di San Francesco, non solo capace di miracoli incredibili, ma anche in grado di comunicare con tutta la comunità, dalla quale viene sempre osteggiato.
E' chiaro ormai che i due personaggi in scena devono vivere un conflitto, una guerra quasi, in modo che la narrazione sgorghi dal loro rapporto.
Carlo e Walter sono una coppia comica e musicale affiatata, capaci di commuovere e far ridere soprattutto grazie alla loro complicità. Nascono 2 personaggi improbabili, a metà tra imbonitori di piazza e giullari musicanti, con fisarmonica e chitarra, che combattono tra loro a suon di scherzi, teatrini con marionette, trucchi magici, travestimenti e pupazzi.
Ecco Giovanni! Non è più una figurina per me, ma un uomo, un santo, un santo giullare.
Adesso parla, esattamente come faceva 200 anni fa.